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QUANDO LE VENE SOFFRONO: L' INSUFFICENZA VENOSA il fenomeno delle insufficienze venose è un fenomeno di larga incidenza nell’universo femminile, per i fattori di rischio specifici (la gravidanza e le terapie ormonali), ma le varici e la fragilità capillare in genere trova riscontro sempre più frequente anche negli uomini. . Le cause? Le cattive abitudini del nostro tempo! I fattori che agevolano le insufficienze venose sono il peso eccessivo, l'utilizzo di scarpe con tacchi troppo alti, la stitichezza che ostacola il ritorno di sangue venoso verso l'alto, la scarsa attività fisica, lo stare seduti per periodi lunghi e tutte le attività che non facilitano il ritorno del sangue verso il cuore, rallentandone lo scorrimento. Il sangue ristagnando nei vasi spinge sulle pareti e sulle valvole interne delle vene (valvole a nido di rondine) che evitano il deflusso all'indietro del sangue. I vasi sottoposti a queste ingiurie perdono via via di elasticità e di tono. La situazione causa dolorose flebiti e con l'andare del tempo la vena subisce proprio una modificazione strutturale
Più la patologia avanza più le dilatazioni divengono abnormi e sacculari, le vene non seguono più andamenti rettilinei ma sempre più tortuosi. Quando ci troviamo in questa situazione si parla di ''insufficienza venosa cronica''. L'insufficienza può riguardare i vasi superficiali, caratterizzata dalle varici, è spesso asintomatica, ma può dare anche qualche modesto disturbo, quali lievi parestesie, senso di pesantezza, dolenzia agli arti inferiori. La patologia profonda (trombosi venosa profonda) può determinare, invece oltre alla comparsa di varici secondarie, i segni e sintomi quali: Qualora compaiano questi sintomi la scelta di rivolgersi al medico per definire un piano terapeutico è opportuna. Utile però è prevenire il più possibile l'insufficienza venosa. Innanzitutto con dei comportamenti virtuosi come: Nella prevenzione e supporto alla cura delle varie forme di insufficenze venose croniche risulta estremamente utile ricorrere alla fitoterapia. Anche molti farmaci di sintesi utilizzati derivano dalla fitoterapia in quanto contengono flavonoidi del Citrus (diosmina) o flavonoidi dalla Rutina (oxerutina), molecole che oramai hanno ampiamente dimostrato la loro efficacia antiinfiammatoria di diretta derivazione fitoterapica. Le piante in questo campo hanno quindi molto da dire e da darci:
Di ippocastano vengono utilizzati i semi che contengono delle saponine tra le quali l'Escina. Molecola in grado di ridurre la permeabilità dei capillari, proteggere il tessuto delle vene dagli effetti della mancanza d'ossigeno e favorisce l’integrità della parete venosa. L’utilità dell’estratto di ippocastano o dell’escina nell’insufficenza venosa cronica è fuori discussione. Significativo è il lavoro di Diehm C. al., pubblicato su Lancet nel ‘96, che dimostra che l’estratto di semi di ippocastano è efficace come il trattamento compressivo della gamba e chiaramente e statisticamente superiore al placebo, nonché privo di effetti collaterali significativi.
Anche rusco (pungitopo) contiene delle
saponine , tra le quali spicca la ruscogenina. Le proprietà terapeutiche
delle saponine del pungitopo sono state meno studiate di quelle di
ippocastano a cui sembrano peraltro essere simili. Le ruscogenine sono
dotate di proprietà anti-infiammatorie e vasocostrittrici, a queste
proprietà si accompagna un azione spasmolitica sfruttabile nelle
patologie emorroidarie.
Centella asiatica è una pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente nei luoghi umidi di diversi paesi tropicali e subtropicali. Viene utilizzata l’intera pianta, essicata e privata delle radici. Anche Centella contiene saponine (come ippocastano e rusco), l'asiaticoside. Questa saponina pare avere delle proprietà differenti. Centella è dotata come rusco e ippocastano di una buona attività antinfiammatoria e effetto protettivo sull’endotelio vasale ma ha anche un interessante e spiccata stimolazione della rigenerazione del tessuto connettivo. Quest’ultima consiste in una vera e propria modulazione dell’attività dei fibroblasti. I fibroblasti sono cellule deputate ad elaborare gli elementi costitutivi dei tessuti connettivi, stimolati quando è necessaria la rigenerazione (ferite) e bloccati quando essa è eccessiva (cheloidi). Nelle vasculopatie da stasi venosa agiscono quindi sia riducendo gli stati infiammatori conseguenti al danno tissutale, sia aumentando la resistenza del connettivo attorno ai vasi. In questo modo aumentano la resistenza meccanica dei vasi stessi e ne riducono la permeabilità.
Gli stessi principi attivi possono essere assunti anche sottoforma di compresse od opercoli Per eventuali altre informazioni su questo argomento puoi rivolgerti alla Farmacia San Gallo. Ma ricorda... Si fa presto a dire curati col naturale, le piante sono dei veri e propri laboratori chimici. Affidati sempre a persone competenti che sanno come funzionano quei laboratori a cielo aperto. riferimenti: Pittler MH, Ernst E. Horse chestnut seed extract for chronic venous insufficiency (Cochrane Review). In: The Cochrane Library, Issue 3, 2004. Chichester, UK: John Wiley & Sons, Ltd.. Diehm C, Trampisch HJ, Lange S, Schmidt C. Comparison of leg compression stocking and oral horse-chestnut seed extract in patients with chronic venous insufficiency. Lancet 1996;347:292-4. Use of extract of Ruscus aculeatus in venous disease in the lower limbs. Cappelli R, Nicora M, Di Perri T. 1988 Institute of Medical Pathology, Unviersity of Siena, Italy Improved in vitro and in vivo collagen biosynthesis by asiaticoside-loaded ultradeformable vesicles.Paolino D, Cosco D, Cilurzo F, Trapasso E, Morittu VM, Celia C, Fresta M. Department of Health Sciences, University Magna Græcia of Catanzaro 2012 Farmacognosia: Farmaci Naturali, Loro Preparazioni Ed Impiego Terapeutico - Di Francesco Capasso,R. De Pasquale,G. Grandolini,N. Mascolo)
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